La retrospettiva del maestro tra i più enigmatici e raffinati del Novecento.
Grande mostra monografica dal 24 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016, divisa in due sedi, Roma celebra – a quindici anni dalla morte – Balthasar Klossowski de Rola, in arte Balthus (1908-2001), maestro, il cui rapporto con la città eterna fu decisivo per gli indirizzi della sua arte.
Non esiste in effetti luogo migliore dell’Italia per celebrare l’artista che grazie alla scoperta dei maestri del Rinascimento definì le sue capacità espressive e le raffinò con rigore formale e senso della composizione.
Circa duecento opere, tra quadri, disegni e fotografie, provenienti dai più importanti musei europei ed americani oltre che da prestigiose collezioni private, compongono un percorso in due segmenti: alle Scuderie del Quirinale una completa retrospettiva organizzata intorno ai capolavori più noti ordinati in un percorso cronologico che mostrerà come alla lezione rinascimentale Balthus combinò intenzioni moderne, enigmatiche e anticonformiste espresse in maniera esemplare nella coscienza erotica delle sue celebri adolescenti o nell’ambigua fissità dei suoi gatti; a Villa Medici un’esposizione che, attraverso le opere realizzate durante il soggiorno romano, mette in luce il metodo e il processo creativo di Balthus: la pratica di lavoro nell’atelier.
In occasione della retrospettiva sarà possibile vivere e ammirare le opere dipinte fra le mura di quel luogo in cui ha vissuto per diciassette anni e che amava con leggerezza e sapienza, Villa Medici sede dell’Accademia di Francia, di cui è’ stato direttore.
Come diceva il suo amico Lacan, “non avviene tutti i giorni d’incontrare ciò che è fatto per darvi la giusta immagine del vostro desiderio”,
“Desiderio” appunto, di partire e vedere questo spazio di vita, che parla della città eterna e dell’Italia, fondamentale per Balthus la pittura del rinascimento, il prediletto Piero della Francesca, tutto parla delle sue imperdibili opere percorrendo Visconti, Zeffirelli, Antonioni, Fellini, intensa intesa con Giacometti, superlativo scultore, Mirò, Bacon, Guttuso.
Le sue splendide, magnifiche identità cromatiche attraversano la verità vissuta, anche attraverso la moglie giapponese che cita: “mentre Balthus dipingeva, la sua mano reggeva il pennello accarezzando la tela con immensa tenerezza; allo stesso modo ha accarezzato la mia vita dipingendola su una tela invisibile”. Stupefacente visione.
Perpetuandola poi con una cena o un aperitivo al Canova Tadolini, in via del Babuino, Laboratorio di Canova nella sua esperienza romana, sculture, giganti bozzetti, mirabilia!
Testo: Francesca Cappelli
Imprenditrice nel settore della conservazione dei Beni Culturali socio fondatore dell’Azienda Chiave di Volta, docente esterna Università di Ca Foscari Venezia, Presidente Imprenditoria Femminile Camera di Commercio di Venezia, esperta di conservazione, restauro, manutenzione, d’arte e design. Collezionista di opere d’arte e autrice di varie pubblicazioni.