Una città bramata da tanti e al tempo stesso odiata da molti altri.
Inizio con una premessa: io non ho grandi preferenze in fatto di viaggi. Io voglio vedere il mondo, quanto più possibile del mondo, e questo include posti diversissimi tra loro e a me vanno bene tutti: da località più remote e immerse nella natura come l’isola di Toma in Malesia o i Templi di Angkor nella giungla in Cambogia, alle città molto turistiche come Rio de Janeiro o Los Angeles, alle metropoli moderne come New York, Hong Kong o Singapore, alle isole, alle città storiche, ai posti assurdi e che forse non si possono considerare “belli”, e proprio lì sta il loro fascino, tipo Las Vegas. Tutto. Anche se non ho ancora visitato tutti i posti elencati. Trovo che ognuna di queste sfaccettature del nostro pianeta, che sia natura o costruzioni dell’uomo (siano esse antiche o moderne), abbiano fascino e ci aiutino a conoscere e ad amare la nostra terra e anche a conoscere meglio non solo gli altri, ma anche noi stessi. Detto tutto ciò, è naturale però che – come tutti – anche io abbia mete che mi attirano di più e mete che mi attirano di meno. Devo ammettere che Dubai come meta di un viaggio fino a qualche anno fa (ci sono dovuta andare per lavoro) non l’avevo proprio valutata: su di me esercitava un’attrazione pari a zero. E ora so che mi sbagliavo. Sono stata superficiale nel giudicare un posto di cui di fatto non conoscevo nulla. Ho imparato, una volta di più, che davvero ogni angolo del pianeta può essere interessante e “bello” a modo suo, se guardato con occhi curiosi e interessati e con apertura mentale.
Sento spesso dire che Dubai è solo una città “plastica”, artificiale e dedita al lusso. E niente di più.
A me Dubai è piaciuta. A volte mi chiedo se devo ritenermi superficiale per questo, se mi sono fatta semplicemente abbindolare dalle stravaganze e dai contrasti della città.
O forse è più giusto pensare che ho avuto modo di scoprirla per bene e non in una semplice toccata e fuga. Ecco perché a me Dubai è piaciuta davvero. Sono felice che i miei viaggi mi abbiano insegnato una volta di più a cercare di non essere superficiale e a guardare invece il mondo con curiosità.
E ve la mostro con i miei occhi, attraverso i miei frammenti di viaggio.
Da dove partire se non dalla parte di Dubai che nessuno sembra conoscere: la città vecchia, Bastakiya, una delle zone più affascinanti di Dubai.
Il luogo ideale per perdersi nel labirinto delle viuzze, tra le bancarelle dei mercati locali, le moschee e i colori delle stoffe.
Una zona davvero poco frequentata dai turisti (direi quasi ignorata), eppure impregnata di tradizione.
Perché una volta che ci si lascia alle spalle l’incredibile lusso della città nuova, arrivare qui significa immergersi in un mondo completamente diverso.
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Per quanto si dica che Dubai nuova non sia che un ammasso di grattacieli senza fascino in mezzo al deserto, secondo me in realtà la parte moderna è comunque interessante; Dubai non nasce come metropoli moderna in mezzo al nulla, bensì come villaggio di pescatori in riva ad un fiume – e questa zona della città non solo esiste ancora, ma è molto viva e interessante e consiglio di non perderla assolutamente! La città vecchia si sviluppa sui due argini del fiume, il Dubai Creek. Sul lato sud Bur Dubai, mentre a nord la zona di Deira. La zona di Bastakiya, una specie di medina con stradine strette, casette originarie ma ben tenute con le tipiche wind towers, moschee e piccoli negozi. Le case tipiche che una volta erano di privati cittadini ora sono spesso piccole gallerie d’arte, negozi e ristoranti e vale assolutamente la pena fare un giro.
Una cena da “Bastakiah Nights” è d’obbligo, uno dei pochissimi ristoranti di cucina tipica che sono riuscita a trovare. Per di più è stupendo: collocato in una casa originaria perfettamente conservata e riempita di oggetti tipici e antichi. Il personale poi è di una gentilezza imbarazzante. Di sicuro interesse possono essere il Dubai Museum, le moschee iraniane tutte decorate all’esterno (negli Emirati Arabi le moschee sono chiuse per i non musulmani, con una sola eccezione ad Abu Dhabi) e Hindi Road, una strada totalmente occupata da negozi indiani. Finito di girare Bastakiya salgo su una “Abra” (le imbarcazioni locali) e attraverso il fiume per raggiungere Deira, l’altra parte della città vecchia. Questo mi dà la possibilità di godere di questa zona tipica in un solo colpo d’occhio. Per di più se si ha la fortuna di fare la traversata verso il tramonto, mentre nell’aria risuona il richiamo alla preghiera dei muezzin, la cosa diventa anche molto poetica e suggestiva.
A Deira l’attrazione principale sono i souq, come quello dell’oro o quello dei profumi.
Riguardo al souq dell’oro, è sicuramente di grande impatto vedere tutti quei piccoli negozi straripanti di giallo e di monili di ogni tipo e vale la pena fare un giro – e di certo i prezzi sono un po’ più convenienti che da noi, ma visto come sono saliti i prezzi dell’oro ultimamente, non è che sia proprio economico. Il problema principale secondo me è lo stile della merce proposta: tutto molto grosso, lavorato, anche un po’ kitch. Il bracciale più sobrio che ho trovato era o largo due dita o tutto intarsiato, sob.
Poi ci sono i souq per gli abitanti, che vendono cose come utensili da cucina, materassi, pentole, biancheria. Potrebbe sembrare non valerne la pena visitarli, ma io li ho trovati interessanti, soprattutto osservare la gente del post fare compere senza turisti.
E’ strano notare che migliaia di turisti affollano la spettacolare fontana, le spiagge e i centri commerciali di Dubai, mentre nella città vecchia si respira quella quiete tipica delle mete poco battute.
Pensavo che almeno nei souq avrei incontrato numerosi stranieri pronti a contrattare per accaparrarsi oro, spezie al minor prezzo possibile. E invece mi sbagliavo.
I turisti desiderosi di conoscere il lato più autentico di Dubai sono davvero pochi. Questa è la verità! Consiglio vivamente di non perdere l’opportunità di visitare l’altra faccia della medaglia. La Dubai che non ti aspetti, quella più vera.
La cultura araba mi affascina incredibilmente e qui ho avuto l’occasione di guardare più da vicino quel che fanno le coppie e le famiglie locali nel tempo libero.
Qui la popolazione non tollera minigonne e abiti succinti, mentre nella Dubai dei grattacieli gli arabi sono arrivati a tollerare gli abiti e le usanze occidentali piegandosi al turismo, qui lo straniero deve fare un passo indietro – come è giusto che sia.
Siamo noi a doverci adattare in viaggio. Dovremmo ricordarcelo sempre.
Testo: Simona Pahontu