Monte dei Ragni è una piccola cantina nel cuore della Valpolicella Classica che, grazie al proprietario Zeno Zignoli, in pochi anni è diventata un vero e proprio nome di culto tra gli appassionati.
Arrivati alla cantina, Zeno ci invita ad entrare con una bella stretta di mano. Dalle mani si capiscono molte cose e quando le stringo cerco sempre di captare dal tatto le prime emozioni. Le mani di Zeno erano segnate dal lavoro e parlavano il linguaggio del vignaiolo più autentico. Ci accoglie all’interno di una splendida cantina/sala degustazione con una magnifica volta a botte tutta in pietra con un sorriso pacato, gesti misurati e poche parole, sembra pesarle tutte.
Mi ricorda Erri De Luca, lineamenti marcati, silenzi pensosi e improvvise accelerazioni, considerazioni originali e battute spiazzanti. Parlare con Zeno è ossigeno per il cervello. Frequento il mondo del vino non da tantissimo tempo, e i danni della comunicazione globale sono evidenti, sento ripetere gli stessi concetti cantina dopo cantina, giuro che la prossima volta che “il mio vino è espressione del territorio”, mi metto a piangere. Con lui no, è diverso. Ha elaborato un suo modo di intendere l’agricoltura, tutt’uno con la sua vita, e rispetta le sue scelte con rigore.
Zeno è un vignaiolo atipico. Non ha un sito internet aggiornato, non ha un blog, non twitta, non imperversa sui social. Se lo si vuole incontrare bisogna arrivare fino a Monte dei Ragni, percorrendo una stradina che, stretta tra muri a secco, da Fumane, si inerpica sulla collina.
Arrivati, si è ricompensati dalla vista di una corte rurale, delimitata da case antiche, costruite impilando una sull’altra pietre che sono l’essenza stessa della Valpolicella. E poi c’è lui, Zeno Zignoli, anima grande di queste terre. E a noi non resta che sederci e aspettare che lo “Zeno pensiero” prenda forma.
Si parla di vino, certo, ma il vino è un pensiero, allo stesso tempo, centrale e laterale. Il punto di partenza di concetti ed idee che spaziano dal rispetto della terra, allo sfruttamento incondizionato delle risorse, all’agricoltura sfruttata come risorsa finanziaria e non economica, alla qualità della vita.
Si parla di vino, dicevamo. Monte dei Ragni ha una superficie vitata pari a 2.5 ettari. Due ettari e mezzo.
“E’ abbastanza sai?” afferma Zeno, cogliendo il mio stupore, “Il vino non devo farlo solo io, devono farlo anche gli altri”. La produzione è, giocoforza, limitata nei numeri e va dalle 4.000 alle 6.000 bottiglie, a seconda delle annate.
La filosofia produttiva di Monte dei Ragni ha due cardini imprescindibili, strettamente legati l’uno all’altro: la qualità e il tempo.
La qualità viene perseguita sin dalla coltivazione in vigna: rese bassissime, lavorazioni manuali, rifiuto all’utilizzo di qualsiasi aiuto “chimico”, dal concime agli antiparassitari. Dalla vigna devono provenire solo uve sane. Se le uve non sono qualitativamente all’altezza, non si ricorre a magie di cantina, semplicemente non si fa il vino. Non a caso nell’infausta annata 2014 a Monte dei Ragni non è stato prodotto Amarone.
Per fare il vino occorre tempo, al di là di quello decretato dai disciplinari di produzione; tempo inteso anche come evoluzione.
“A me interessa l’evoluzione del vino nel tempo” dove evoluzione va intesa come almeno dieci anni. “I miei vini durano 20 anni senza problemi” ci racconta Zeno. Non a caso parte della produzione viene accuratamente messa da parte ad attendere il trascorrere del tempo, e ad evolversi. Forse è per questo che il collo delle bottiglie è protetto da uno strato di ceralacca.
La ricerca della qualità, il tempo impiegato, hanno indubbiamente un costo, che si riflette sui vini.
I vini di Monte dei Ragni sono costosi, ma Zeno non se ne cura. Altri, forse, scenderebbero a compromessi, abbassando la qualità, aumentando la produzione, al fine di ottenere prezzi migliori e maggiori margini. Ma Zignoli è avulso alle regole del “Signor Mercato”. A Monte dei Ragni si produce vino seguendo regole proprie e non quelle imposte dal mercato.
Si parla di filosofia, biodinamica, antroposofia, religione, agricoltura, mercato, economia, ed intanto assaggiamo i vini di Monte dei Ragni, da Inampfora, bianco IGT ottenuto da uve garganega e malvasia istriana vinificato in anfore di terracotta, passando per il Valpolicella Ripasso 2011.
Tutto intorno racconta della semplicità e determinazione di quest’uomo. Non pensate a vigneti giardino. Perfettini, quasi immobili! Se si potesse accedere ad un’assonanza letteraria potrei affermare che a Monte dei Ragni, il vigneto, più che ad un Piccolo Lord rigido e costretto, assomiglia ad un più libero ed irrequieto Tom Sawyer. Come ama dire Zeno, “la vigna è un essere vivente che ha bisogno di essere educata e non costretta. Ognuna ha un suo carattere, una sua propensione alla foglia o al frutto. Io devo conoscere una ad una le mie vigne”.
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A Monte dei Ragni si pratica Biodinamica, ma è una logica conseguenza di uno status quo che vige da sempre. La terra è viva! La biodiversità, un parolone che si sono inventati per dare più rilevanza ad una necessità concreta di salvaguardia del territorio e della qualità della vita della vigna, è parte integrante di un modo di essere. La natura è biodiversità e se si rispetta la natura si favorisce la biodiversità. E Zeno ci racconta di tutte le verdure che stanno crescendo tra le vigne. Ci parla del valore del sovescio e della elaborazione di un metodo innovativo per renderlo ancora più efficace e resistente. Il tutto per favorire la crescita futura della pianta.
Capisco dunque che da Zeno la classica domanda “qual è la resa ettaro?” è semplicemente superata. L’unica cosa che capisco è che nella sua vigna di grappoli ne crescono ben pochi!
Visitare la cantina di Zeno e ascoltarlo parlare è un’esperienza di vita! L’amore per la natura e la riconoscenza per madre terra è sublime ed emozionante. Mi fa riflettere sul senso dell’essere viventi e del rispetto che ognuno di noi dovrebbe avere sempre di più verso tutto ciò che scaturisce da essa. Mai come in questo caso vale il detto “tornare con i piedi per terra.
Zeno ha scelto e vuole essere un contadino in equilibrio sulla terra, e vuole che questa resti fertile. Ha posizioni estreme, ma tutte dettate da una continua ricerca del senso del suo operato, e dal desiderio di sentirsi libero. Questo è Zeno Zignoli, e state pur certi che farà sempre e solo quello che vuole, e sarà la cosa giusta.
Mi piace chiudere queste righe con uno Zeno pensiero: “Quando vado a letto la sera, penso di essere un uomo libero. E sono contento”.
Testo: Simona Pahontu