La tenuta di Fontanafredda di Serralunga d’Alba sarà una delle Cantine che visiteremo durante la gita che abbiamo in programma per ottobre e allora vi raccontiamo la nostra esperienza durante il fine settimana trascorso sulle colline delle Langhe. Come si mette piede in questa località, perché chiamarla cantina, viste le dimensioni della tenuta, sarebbe riduttivo, ci si rende conto della sua vastità! Un tempo era un vero e proprio paesino popolato dalle persone che vi lavoravano e dalle loro famiglie, con le abitazioni, alcune delle quali sono ancora abitate dai dipendenti, e con altri edifici tra cui la scuola. La maggior parte degli edifici del borgo (tranne quelli più storici) sono dipinti a righe gialle e rosse, le stesse righe che caratterizzano le etichette di una delle linee di produzione.
La parte dedicata alla ristorazione e alla vendita è molto moderna, sembra di entrare in una mini “Eataly” dotata, tra le altre cose, di un angolo adibito a teatro dove vengono organizzate delle serate con spettacoli aperte al pubblico. In questa parte di azienda si respira chiaramente il “timbro” del “gruppo Farinetti”, tutto è perfettamente organizzato ma manca un po’ la poesia della cantina a conduzione famigliare. Ciò nonostante appena ci si addentra nel borgo si respira tutta l’atmosfera vintage di una delle cantine più storiche del Piemonte.
La storia di questi luoghi è molto antica, diventa famosa ai tempi di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, che innamoratosi della “Bela Rosina” (una contadinella dalle umili origini) le regalò la tenuta per potersi intrattenere con lei, fuori dalla sua corte; così si iniziò a produrre il più regale dei vini piemontesi: il Barolo, molte altre storie legate al Re e ai suoi vizi vi saranno raccontate se farete visita a questi luoghi.
Negli anni ‘30 la proprietà della cantina passa a Monte dei Paschi di Siena, e da qualche anno è entrata a far parte del “gruppo Farinetti”.
La visita alle cantine è molto bella, sia per la loro dimensione importante, sia per la storicità di questi luoghi, si attraversano cantine con botti centenarie, cunicoli sotterranei con viadotti per lo spostamento del vino (e per le scappatelle del Re), per arrivare alla barricaia, una bellissima sala dove diverse file di barrique sono disposte in cerchio in modo da formare una piccola “arena” che ha ospitato la voce di illustri cantanti.
Fa parte della tenuta anche la casa in cui risiedevano il Re e la “Bela Rosina”. Attualmente, dopo il restauro, ospita “Guido” ristorante stellato dove lo chef Ugo Alciati, giovane erede della storica famiglia che ha creato l’Alta Cucina Langarola, propone i suoi celebri piatti.