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Interviste

Scuola di champagne alla Bulesca. Quattro serate, quattro relatori, un attestato finale – intervista a Ciro Fontanesi

By 31 Agosto 2018Settembre 14th, 2018No Comments
Scuola di champagne alla Bulesca. Quattro serate, quattro relatori, un attestato finale – intervista a Ciro Fontanesi 1

Secondo appuntamento  lunedì 24  settembre 2018 conCiro Fontanesi che ci parlerà de “La storia delle grandi maisons – assemblage e liqueur d’expedition”. Ingegnere, insegnante in Master e corsi nazionali ed internazionali di divulgazione sulla cultura del vino, Ciro Fontanesi, 34enne di Mantova.

Fontanesi e il vino, una storia iniziata come? “La mia nasce come una passione perché non vengo da studi specifici di agronomia o enologia. Sono laureato in ingegneria civile ma ho sempre avuto grande interesse per il mondo del vino essendo nato e vissuto in campagna. Ho sempre avuto le mani nella terra per intenderci. Poi, a un certo punto, ho voluto approfondire questo mondo seguendo percorsi specifici  in associazioni professionali fino ad arrivare alla frequentazione di Alma, che all’epoca aveva un master sulla sommellerie. Da lì, sempre con Alma, sono arrivate le prime docenze fino al coordinamento e alla direzione del Master su vino e sala. Le mie prime esperienze sono state come sommelier di sala ed ho avuto il privilegio di lavorare, tra gli altri, per Enoteca Pinchiorri a Firenze e Giancarlo Perbellini a Verona. Poi anche docenze sul mondo beverage in generale  essendo grande appassionato anche di tè, caffe e di ciò che è liquido”.

Cosa porta dell’ingegnere nel mondo del vino? “ L’ingegneria mi ha insegnato ad essere una persona quadrata e ad avere rigore scientifico ed analitico. Ma la sommellerie mi ha aiutato a smussare i miei spigoli culturali e caratteriali”.

Esiste il suo vino da 100 punti prendendo a riferimento la scheda Ais? “In realtà no. Se esistesse sarei arrivato ad un traguardo mentre il bello di questo mondo è che ti stupisce sempre e che ti spinge continuamente ad approfondire aspetti nuovi e diversi. Ho delle preferenze ma prediligo lasciarmi rapire cercando comunque una oggettività nelle cose, affrontando nuove sfide come questa dello champagne. Nonostante ci siano tanti aspetti da considerare e la moda imperante di cercare nuovi e piccoli produttori che tenderebbe quasi ad accantonare la ricerca e lo studio delle grandi maison io invece preferisco partire da queste ultime che hanno fatto la storia di questo vino e continuano ad essere fonte di ispirazioni per tutto il mondo delle bollicine”.

Bollicine italiane vs bollicine francesi? “ Il duello Italia – Francia ha sempre spinto i produttori a migliorarsi. Nel caso delle bollicine avendo sempre nello champagne una fonte di ispirazione. Se parliamo di produzione italiana, resta di eccellenza in particolare nella capacità che abbiamo di sperimentare varietà diverse da spumantizzare. E questo  ci porta ad essere originali e innovativi nel nostro campo. La nostra forza è il varietale autoctono italiano che è un patrimonio rilevante. E’ ovvio, come detto, che la Francia a livello di storia e marketing resta, negli spumanti in particolare, un punto di riferimento”. 

Come vede il settore in Italia nei prossimi anni sotto il profilo produttivo, economico, occupazionale?“Secondo me il gran lavoro che stiamo facendo a livello di export è importante: stiamo aumentando le quote nei mercati internazionali di pari passo con l’aumento medio della qualità del prodotto. E questo porterà una maggiore redditività complessiva e quindi un incremento dei livelli occupazionali nel settore. Basti pensare al fenomeno crescente dei brand ambassador del vino italiano nel mondo. Il concetto di italianità è molto ben visto così come il made in italy nel suo complesso. E per questo servono sempre di più figure che riescano a comunicare in modo corretto e vincente il vino italiano nel mondo. Spazi ce ne sono molti. 

Mi piacerebbe concludere, date le mie origini casteldariesi come quelle del grande pilota Tazio Nuvolari, con una citazione di Juan Manuel Fangio che diceva:

“Un bolide da corsa è come lo Champagne. O lo conosci bene o è meglio lasciar perdere”

In degustazione :
Champagne Brut “R” – Ruinart
Champagne Brut Special Cuvée – Bollinger
Champagne Brut Reserve – Pol Roger
Champagne La Cuvée – Laurent Perrier
Champagne Extra Brut “Cuvée N° 741” – Jacquesson

 

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